Scienza della rigenerazione

Esiste un nuovo approccio terapeutico ed estetico in medicina e chirurgia: la rigenerazione cellulare.

Il nostro corpo, in caso di necessità, è programmato per reclutare popolazioni di cellule staminali destinate a differenziarsi e riparare il danno subito; un organismo adulto riesce a innescare questi processi autocurativi in maniera molto meno efficace, ma può essere aiutato.
Infatti questi processi rigenerativi sono gli stessi che avvengono durante la fase embrionale e sovraintendono alla formazione completa di tutte le cellule che formano i tessuti e gli organi presenti nel nostro corpo. La medicina rigenerativa ha lo scopo di riparare organi e tessuti danneggiati da malattie, traumi o dall’invecchiamento biologico. 

Questi risultati sono possibili grazie all’azione dei fattori di crescita contenuti nel concentrato piastrinico che stimolano le cellule staminali quiescenti, attivandole.

I fattori della crescita

Per poter progettare e produrre terapie personalizzate efficaci dal punto di vista clinico è necessario conoscere a fondo tutti i complessi meccanismi che regolano il processo di rigenerazione di un tessuto danneggiato in seguito ad una patologia o in seguito al fisiologico processo di invecchiamento.

La rigenerazione di un tessuto, nello specifico della cute, comporta la ristrutturazione dell’integrità dell’epidermide, coinvolgendo una complessa interazione di enzimi serici, fattori di crescita, piastrine, monociti, fibroblasti, cellule endoteliali ed epiteliali secondo un meccanismo non ancora completamente conosciuto.
Riparazione, rigenerazione e guarigione dei tessuti sono fenomeni biologici di estrema complessità, in cui intervengono diversi fattori che interagiscono tra loro: età, metabolismo, stile di vita, alimentazione.
La rigenerazione di un tessuto dipende dalla velocità di crescita delle cellule, dalla capacità del tessuto di stimolare la vascolarizzazione, di mettere in relazione tra loro i vari componenti (cellule, matrice extracellulare, vasi). Per potersi riorganizzare in nuovo tessuto, le cellule devono infatti colloquiare tra loro, scambiandosi informazioni biochimiche mediante “messaggeri molecolari”, tra i quali, i più importanti sono i Fattori di crescita o Growth Factors (GF).

I fattori di crescita possono essere definiti mediatori biologici naturali che agiscono a livello cellulare stimolando la proliferazione e la differenziazione delle cellule e regolando quindi, una serie di eventi cellulari finemente regolati coinvolti anche nella guarigione tissutale quali ad esempio il reclutamento di cellule indifferenziate, la proliferazione e differenziazione, la chemiotassi (il fenomeno con cui i corpi cellulari ed altri organismi uni- o multi-cellulari direzionano i loro movimenti a seconda della presenza di alcune sostanze chimiche nel loro ambiente), la sintesi della matrice extracellulare e la neoangiogenesi (creazione di una rete vascolare).

La loro azione si esplica grazie al legame specifico a recettori di membrana presenti sulle cellule bersaglio, che comporta la successiva attivazione di una ben definita proteinchinasi (un tipo di enzima) a cui segue l’attivazione di una serie di reazioni enzimatiche che sfociano nella trascrizione di un gene e quindi nella produzione di proteine. Queste ultime possono essere usate dalla cellula stessa o riversate nell’ambiente circostante in cui sono in grado di indurre una serie di stimoli replicativi per attivazione di geni che controllano la mitosi. I bersagli molecolari principali di queste proteine possono essere sia le cellule di origine mesenchimale (fibroblasti e osteoblasti), sia le cellule endoteliali.
I fattori di crescita assieme a fibroblasti, osteoblasti, cellule endoteliali, macrofagi, monociti e altre cellule circolanti e tissutali, costituiscono un complesso sistema omeostatico ubiquitario di riparazione/rigenerazione, nel quale sono coinvolte anche le macromolecole della matrice extracellulare, come fibronectina e acido ialuronico, che costituiscono l’impalcatura necessaria per la migrazione delle cellule.

Inflam-aging

I nostri comportamenti determinano lo stato di salute del nostro organismo.

  • Stile di vita
  • Eccesso calorico
  • Sedentarietà

provocano stress ossidativostress tissutale cronico e infiammazione cronica.

Le conseguenze peggiori di questo stato di disequilibrio vanno dall’arteriosclerosi al diabete, alla sindrome metabolica, alle malattie neurodegenerative ed al cancro.

INFIAMMAZIONE + INVECCHIAMENTO le traduciamo in INFLAMM-AGING

Gli obiettivi che ci poniamo sono:

  • prevenire l’insorgenza delle patologie legate all’invecchiamento
  • rallentare il processo stesso dell’invecchiamento 
  • migliorare la qualità della vita e la bellezza dell’individuo.

PRP – Gel piastrinico

Isolare, moltiplicare ed attivare le piastrine nella maniera
corretta ed efficace è un lavoro complesso.

Non tutti i preparati di PRP sono uguali: è necessario definirne le proprietà,
la formulazione ed ancor di più accertarne la sicurezza biologica ed il potenziale riparativo.
Inoltre è indispensabile definire un protocollo terapeutico che dia risultati riproducibili.

Il Dott. Scala opera nell’ambito di protocolli operativi e con modalità conformi al decreto
ministeriale del 28 dicembre 2015 (GU n° 300), che stabilisce essere 1000 la
concentrazione di piastrine di un PRP per ml per potersi definire tale.

Il prelievo e la preparazione del PRP viene effettuato in ottemperanza alle linee guida
del Centro Trasfusionale dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Azienda
Ospedaliera Universitaria San Martino Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro,
direttamente daI dirigenti medici del centro trasfusionale stesso. Pochi sono i Centri
autorizzati ad effettuare procedure col PRP.

Per avere una concentrazione terapeutica di fattori di crescita le piastrine devono essere
concentrate fino ad essere circa 1000 per ml. Il medico trasfusionista effettua la procedura
di preparazione del PRP usando pipette e non siringhe, mantenendo tutto in un sistema chiuso,
disaggregando le piastrine ogni qualvolta esse si aggregano, diluendo il PRP col PPP
(plasma povero di piastrine) per ottenere la concentrazione da me indicata per ogni singolo caso.

Nel rispetto della normativa la centrifuga è certificata per la preparazione del PRP e non per
la diagnostica così come le provette anch’esse preparate e certificate per il PRP.