Riparare e rigenerare le parti danneggiate del corpo umano non è più un’aspirazione utopistica e inconcepibile. Grazie infatti a una nuova branca della chirurgia, la chirurgia rigenerativa, che utilizza cellule staminali, gel piastrinico, biomateriali, tecnologie biomediche e si avvale dell’ingegneria dei tessuti, è oggi ipotizzabile anche la “ricostruzione” di un intero organo trapiantabile.
Attualmente questa tecnica viene utilizzata anche in campo oncologico, laddove interventi demolitivi provocano gravi menomazioni, favorendo il miglioramento della qualità di vita del paziente, riducendogli le conseguenze fisiche e psicologiche che spesso accompagnano il trattamento chirurgico di patologie neoplastiche.
La chirurgia e la medicina rigenerativa, sono nuove aree di ricerca che si prefiggono di studiare come riparare e rigenerare organi e tessuti utilizzando i componenti e i patways intercellulari propri dell’organismo (cellule stromali, fattori di crescita ecc.). Negli ultimi anni la rigenerazione del tessuto osseo ha trovato applicazioni interessanti in molti campi, dall’ortopedia alla chirurgia maxillo-facciale. Lo scenario biotecnologico offre al chirurgo la possibilità di riparare i tessuti utilizzando essenzialmente 3 elementi: cellule stromali ottenute dal midollo osseo, fattori di crescita e biomateriali. Questa ricerca è solo agli inizi ma mostra già risultati molto incoraggianti.